Friday, June 15, 2007

[HA-2] Bjerga/Iversen: Shortest Way to the Moon


Two live recordings from this prolific Norwegian duo's 2006 UK tour. Deep drones and clattering percussion. Intense, strange and beautiful.

1. Newcastle (Live at Chillingham Arms, 12.10.06)
2. Brighton (Live at Prince Albert, 15.10.06)

Jan-M. Iversen: electronics
Sindre Bjerga: tapes, percussion, effects

Bjerga/Iversen homepage
Bjerga/Iversen @ Myspace

Released in a limited, numbered edition of 80. Black cd-r, cut & paste covers in plastic sleeve, printed insert.

What they say

"More experimental drone and noise can be found on the excellent “Shortest Way To The Moon”, recorded live in the UK by Berga/Iversen and featuring just two elongated pieces. The first, recorded in Newcastle, is edgy and scattered, random sounds cutting through the drones beneath. Audience noise (I assume) only adds to the dynamics as the pair create a brittle landscape that breathes by itself. The second Track, recorded in Brighton, repeats the trick although this time the piece plays itself out with a lunar drone, that sounds as if it was frighteningly loud for the audience." (Terrascope Online/Simon Lewis)

"Stesso formato ma musica radicalmente differente per “Shortest Way to the Moon”, dischetto spartito tra Jan-M. Iversen (elettronica) e Sindre Bjerga (effetti, percussioni e nastri). Qui la bassa fedeltà è un tantino eccessiva: si ha l’impressione di ascoltare un bootleg registrato con microfoni da due lire e senza una virgola di editing. In effetti le due tracce, di 12 e 20 minuti ciascuna, sono state registrate nel 2006 in show dal vivo, che hanno visto i due impegnati in improvvisazioni di stampo concreto-rumorista sullo stile di certe spiazzanti cacofonie di Robert Horton o simili. É un peccato che la qualità del suono sia così scarsa, poiché si ha l’impressione che le tracce (la prima un lungo ohm inframezzato dal rimestare di suoni analogici, la seconda un sommesso accumularsi di suoni di oggetti con una sorta di asciutto drone in sottofondo) crescano bene e contengano suoni e spunti degni di nota, avvicinandosi ad una musica sperimentale forse un po’ datata e granitica ma comunque interessante e molto bizzarra.
Forse una stranezza che sfugge ad ogni schema e logica, forse un esperimento senza un fine preciso, certo si tratta di un disco in grado di incuriosire parecchi ascoltatori delle musice più bislacche.
" (Matteo Uggeri/Sands-zine)